Cristiano Berti (Torino, 1967) inizia a operare come pittore e scultore nel 1987, poco dopo essersi diplomato al Primo Liceo Artistico ed essersi iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove si laurea qualche anno più tardi. La prima mostra è del 1993, una personale al Premio Salvi di Sassoferrato. Parallelamente all’attività artistica, si dedica dapprima a studi di storia della tecnologia, pubblicando alcuni contributi specialistici. Dalla metà degli anni novanta opera in unità mobili per la riduzione del danno tra le prostitute immigrate, una esperienza che costituirà il fondamento di alcuni suoi lavori di arte visiva, anni dopo. Alla fine del decennio smette di lavorare come operatore di strada, pur proseguendo ad operare professionalmente nell’ambito della inclusione sociale e del rafforzamento di genere. Si distacca inoltre dalle tecniche artistiche tradizionali, sperimenta nuove tecnologie e in particolare lavora con il laminato plastico. Poco dopo abbandona definitivamente la pittura e si dedica alla fotografia, al video e alla installazione di oggetti ricontestualizzati. Privilegia inoltre, rispetto al passato, i processi collaborativi, le interazioni e le azioni artistiche. In questi ultimi lavori usa linguaggi e mezzi differenti allo scopo di costruire sistemi di segni e significati i cui l'apparenza formale diviene maggiormente complessa, contraddittoria o ambigua. Insegna all'Accademia di Belle Arti di Macerata. È sposato e ha due figli.


Un’ampia panoramica sul lavoro di Cristiano Berti
è stata pubblicata da U. Allemandi & C. nel 2012.


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